Innamorarsi è una delle esperienze più belle ( e spesso
sconvolgenti) che si possano provare, ma non è così per tutti, ci sono persone
che hanno paura di amare ed essere amati,
magari per paura di essere traditi o di perdere il controllo sui propri
sentimenti. Di questa paura se ne è spesso occupato il cinema, vedi il film che proprio “Paura d’amare” si
intitola….pensiamo alla protagonista Julia Roberts che in “Se scappi ti sposo”
fugge da ben 4 matrimoni…e l’elenco potrebbe anche essere molto più lungo; però
a questo fenomeno si è anche interessata la psicologia, ovviamente, anche se trovando un termine più
“scientifico” per chiamarlo, la cosiddetta Philofobia,
che indica appunto la paura di innamorarsi e di essere amati da qualcuno.
Desiderare immensamente una persona, lasciarsi andare, fidarsi pienamente,
aprirsi e perdere parte della propria
razionalità sono solo alcune delle sensazioni che vengono provate durante
un vero e proprio innamoramento ma, nel momento in cui tutto ciò spaventa,
scatta una sorta di meccanismo difensivo
che è appunto la philofobia; molte
persone avvertono infatti una grande difficoltà ad approcciarsi all’altro, data
da profondi timori, ansie, incertezze, che
si basa sulla paura dell’altro e sulla mancanza
di fiducia. La gioia di sentirsi parte di una coppia viene vissuta come una
minaccia alla propria stabilità emotiva, e viene vista con diffidenza.
(mini-test: siete capaci di fidarvi degli altri?)
Questa
paura, nelle sue fasi acute e nei casi più estremi, si manifesta addirittura
con gli stessi sintomi di una attacco
d’ansia o di panico. Come sintomi possiamo trovare infatti: sudorazione
eccessiva, nausea, tachicardia, agitazione ed altri sintomi tipici dell’ansia,
ma anche difficoltà legate alla sfera
sessuale come la difficoltà a raggiungere l’orgasmo nella donna o le
disfunzioni erettili nell’uomo.
Ma
quali sono le cause che creano
questo meccanismo difensivo?
Alcune
possono essere definite reattivo-situazionali,
quali ad esempio una passata e profonda delusione sentimentale che ha
profondamente ferito al punto di non volerne più sapere d’innamorarci per il
timore di soffrire di nuovo o di essere nuovamente delusi.
Altre
volte l’amore può venire considerato un
fattore invalidante in quanto può far sentire deboli. È tipico delle
persone che vogliono mostrarsi forti e confermare la propria autosufficienza,
in questo contesto l’amore viene visto
come una minaccia perché entra in
gioco anche la paura di perdere la
propria libertà o il controllo delle proprie emozioni. L’amore procura
infatti cambiamenti radicali nelle abitudini e nello stile di vita; quindi se
nella persona c’è una forte resistenza
al cambiamento innamorarsi o essere amati può fare paura (vedi: Paura di cambiare).
Spesso
le cause sono rintracciabili nel rapporto
con i genitori; sono appunto loro a tracciare le modalità con cui poi da
adulti rispondiamo all’amore. Se un genitore non esprime correttamente i suoi
sentimenti oppure non riconosce quelli di suo figlio si può contribuire a
creare una grossa confusione dal punto
di vista affettivo. A causa di questa confusione il bambino può essere
portato a nascondere i suoi sentimenti o a negare tutto un vissuto emotivo ed
affettivo che nell’età adulta diventerà la caratteristica che gli impedirà di
avere delle relazioni affettive soddisfacenti.
Non
bisogna poi dimenticare che può esistere un fattore cosiddetto “ auto lesivo” che porta le persone a
sabotare in tutti i modi la propria storia d’amore.
La
naturale conseguenza della
Philofobia è che si tende a scegliere rapporti
impossibili la cui conclusione è la rottura; si trovano pretesti per litigi
e vengono preferiti rapporti tumultuosi.
Talvolta ci si concentra su particolari o difetti impercettibili o si creano
situazioni atte a distruggere il rapporto. Il problema è che nonostante tutto
questo la fuga dal rapporto non elimina bensì intensifica la paura stessa, che
finisce per nutrirsi di se stessa.
Ma,
a questo punto, cosa è possibile fare
per comprendere e provare a gestire questa paura?
- Innanzitutto è
necessario smettere di fuggire dai rapporti ma cercare di comprendere i sintomi del disagio,
per aumentare la consapevolezza e, tramite la riflessione, ridurre
l’intensità della paura.
- È importante evitare il più possibile i confronti
con le storie passate; restare concentrati nelle storie passata fa
infatti aumentare la paura di un nuovo fallimento ed impedisce di godersi
i momenti belli della storia attuale.
- Bisogna ridurre le aspettative per il futuro,
che potrebbero intensificare i sintomi e cercare di vivere nel presente,
cercando di affrontare ogni giorno come se fosse nuovo.
- Una cosa che
sicuramente non guasta mai è il coraggio di parlare con il partner delle proprie paure e raccontargliele.
In questo modo si intensifica l’entità della fiducia canalizzando il rapporto
di coppia in modo positivo; l’unica cosa a cui fare attenzione è che
questo non sia un cosiddetto argomento
Tabù che va affrontato con maggior attenzione (vedi: Di cosa parlare in coppia?).
È
chiaro che queste indicazioni non sono la panacea per tutti i mali, ma almeno
permettono di diventare consapevoli del problema; la consapevolezza della situazione in cui ci troviamo ha il potere di
farci sentire responsabili per essa, ci fa smettere di prendercela solo con gli
altri, ci fa capire che la responsabilità di un rapporto che non va è anche la
nostra.
Detta
così sembrerebbe che diventare consapevoli sia solo una sofferenza, ma questo
non è vero, solo nel momento in cui
percepiamo che un certo problema ci appartiene siamo capaci di mettere in atto
le strategie per affrontarlo e quindi stare meglio; come diceva R. Carckhuff, solo quando ci si sente responsabili del proprio stato di sofferenza si
riesce a trovare dentro di sé la forza per risolverlo e per trasformarlo in
qualcosa di buono.