Un bambino all’età di
2/3 anni è capace di dire davvero delle grandi fandonie; può incolpare di un
suo misfatto il fratellino o la sorellina appena nati (e che ancora non sanno
neanche camminare) o il cane (che però magari non entra mai in casa), può dire
con la massima sicurezza di aver visto un coccodrillo al supermercato…..ma sono
bugie innocue, trasparenti, un gioco con la fantasia. A partire dai 6 anni le
cose cambiano, cambia il bambino e cambiano le sue bugie, proprio come lui
diventano più furbe, e anche più intenzionali; intorno a questa età si comincia
a distinguere più chiaramente il vero dal falso, ed a riconoscerli, e quindi
solo a partire da qui si può parlare davvero di bugie nell’accezione che
intende un adulto. La principale differenza è che ora sa di mentire mentre
prima era lui stesso il primo a credere alle sue “assurdità” ed a stupirsi che
gli altri non lo facevano; questo perchè la differenza tra realtà e fantasia
era meno chiara, se negavano di aver fatto un danno è perchè desideravano
davvero non averlo fatto, e pensavano che negandolo avrebbero potuto in qualche
modo modificare il passato. Quando crescono iniziano a rendersi conto che non è
più sufficiente negare ciò che è accaduto per trasformarlo; nonostante questo
però possono continuare a farlo e se la cosa assume una rilevanza “massiccia”
diventa un problema.
Un esempio può essere
quello dell’accusare altri per ciò che lui ha fatto; come già detto fino ad una
certa età è naturale, in questo modo il bambino si libera del “bambino cattivo”
che c’è dentro di lui. Comunque nel tempo inizia a conoscere ed accettare anche
questa parte “negativa” di sè e piano piano ad assumersi le sue piccole
responsabilità, tutto questo perchè inizia a sentirsi più sicuro di sè, e ad
acquisire maggiore fiducia nelle sue capacità, tra cui, appunto, quella di
sopportare eventuali giuste punizioni e la capacità di ridimensionare le sue
colpe, che fino ad ora poteva apparirgli enormi anche se erano bazzeccole agli
occhi degli adulti.
Se questo
comportamento continua (in maniera esagerata) indica che il bambino non riesce
ad accettarsi, che ha paura della sua cattiveria e che non riesce a gestirla,
che è troppo intransigente con se stesso; questo atteggiamento può comunque
essere risultato di uno stile educativo troppo intransigente a sua volta; se
per esempio il bambino viene giudicato troppo severamente la bugia si trasforma
in una difesa dalla paura di deludere mamma e papa…fissandosi stabilmente nel
comportamento. Inoltre può portarlo all’abitudine di dare la colpa agli altri,
cosa che risulterà controproducente anche alla sua socializzazione visto che
per salvare se stesso finisce per “colpire” gli altri.
In questi casi è
importante non essere troppo duri e severi nel giudicare le bugie, gli vanno
fatte notare senza infierire, facendogli capire che non è la fine del mondo ma
anche che non è giusto incolpare altri per i propri errori. Gli si può chiedere
qualche spiegazione per il suo comportamento lasciandogli però qualche “via di
fuga”, magari accettando qualcuna delle sue giustificazioni. Così facendo lo si
aiuta a ristrutturare la stima in se stesso che probabilmente è venuta a mancare.
Comunque anche dopo i
6/7 anni i bambini possono continuare a dire bugie per cercare di modificare la
realtà tramite il cosiddetto “pensiero magico”; non si limitano a fantasticare
ma trasformano i loro desideri in racconto, per esempio tendono ad esagerare
qualche loro impresa o le condizioni socio-economiche della famiglia; in genere
enfatizzano elementi di verità. Il motivo di questa megalomania è che il bimbo
cerca di contrastare il suo essere “piccolo” usando il senso di onnipotenza.
Fino a qui tutto normale, ma sulla scia della fantasticheria e dell’onnipotenza
può anche emergere un forte bisogno di autoconsolazione dal sentirsi poco amati
o poco apprezzati. A volte infatti questo tipo di bugie può segnalare uno stato
di disagio che viene appunto trasformato in fantasia, per esempio raccontare di
aver passato delle fantastiche feste in famiglia mentre magari nella realtà I
genitori stanno separandosi, oppure di aver avuto un bellissimo voto a scuola
quando invece è vero il contrario. In questo caso per il bambino è difficile
sopportare la frustrazione ed il dolore, che spesso sono davvero troppo per
lui, e così facendo prova a negarli e spera che raccontando cose belle queste
potranno davvero realizzarsi.
Anche in questo caso
non serve riprendere duramente il bambino, anzi è necessario comprenderlo ed
aiutarlo a capire che non è possibile cambiare la realtà di punto in bianco in
modo “magico” ma che serve tempo per farlo; l’attenzione va posta non tanto sulla bugia quanto sul
tentativo di accettare le sofferenze del bambino, il suo possibile senso di
inferiorità o le sue paure.
Comunque al di là di
queste particolari situazioni per evitare un eccesso di bugie è importante che
i genitori siano esempio di sincerità.
Per esempio se chiede
di cose che non può ancora sapere è sufficiente dirgli chiaramente che non sono
cose che devono interessarlo piuttosto che raccontargli una falsa verità.
Inoltre è importante mantenere le promesse; in caso contrario il bambino si
sente ingannato, quindi è meglio essere il più chiari possibile piuttosto che
trovarsi poi a non mantenere ciò che si è promesso.
Inoltre i bambini
possono perdere fiducia nel genitore anche quando non mente direttamente a loro
ma ad altri, magari coinvolgendoli nella bugie (per esempio farsi negare al
telefono!). E’ ovvio che non si può essere sempre sinceri neanche (e
soprattutto) tra adulti, però in questi casi è meglio ammettere che anche gli
adulti mentono oppure che a volte alcune bugie possono essere necessarie, per
esempio per non far soffrire gli altri o per non complicare i rapporti, magari
non tanto “falsando” ma “ammorbidendo” la verità.
Per evitare che la
bugia si stabilizzi come forma di difesa è necessario non dimostrarsi troppo
intransigenti. Anzi, c’è da dire che la bugia è anche segno di autonomizzazione
del bambino, per esempio a partire dai 5/6 anni iniziano i primi segreti, a
volte protetti proprio da qualche bugia, che però indicano che è avvenuta una
separazione e che il bambino ha strutturato la propria individualità ed il proprio
mondo interno e privato.
Infine è importante
evitare le confessioni a tutti i costi, sono dolorose per i bambini e li fanno
sentire esposti ed indifesi; se la bugia non viene ammessa in nessun modo
meglio non insistere troppo, se i motivi per cui non deve dirle gli sono chiari
il bambino non esagererà più.
Comunque bisogna
ricordare che tutti i bambini
mentono, è inutile farne un dramma anzi ci sarebbe da preoccuparsi del
contrario; per dire una bugia, infatti, è necessario riuscire a comprendere come
l’altra persona pensa, quali cose si aspetta, quali sono le sue opinioni,
altrimenti si verrebbe scoperti facilmente; in questo senso la capacità di
mentire in maniera più “sottile” ci fa capire che il bambino è ora capace di
comprendere gli altri e di mettersi nei loro panni, consapevolezza fondamentale
per costruire le sue future relazioni.
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