domenica 19 febbraio 2012

Carnevale tempo di Caos: la maschera e la sua funzione psicologica

In questi giorni siamo in pieno periodo carnevalesco; il carnevale ha la funzione, nella nostra cultura, di liberarci almeno per alcuni giorni delle regole della vita quotidiana e di sperimentare una parte di sé più libera e giocosa. Ad esso si accompagna la maschera, che invece ha il compito di dare una forma specifica a questa parte di sé, di rappresentarla. Pur essendo dei festeggiamenti che hanno un valore prettamente sociale, la loro antichità ci dice anche che essi simbolizzano anche dei processi psichici profondi legati alle fasi di cambiamento della nostra personalità.
Il carnevale è sempre stato l’unico periodo durante il quale era possibile sovvertire l’ordine prestabilito e rovesciare le certezze di tutto un anno; e lo è stato sempre da tempi antichissimi.
Sembra che questo tipo di festeggiamenti esistesse già ai tempi delle popolazioni mesopotamiche ed egizie; un periodo in cui i padroni diventavano servi (come poi sarà anche al tempo dei romani) oppure le persone indossavano maschere (già nell’antico Egitto).
La maschera ed il carnevale sembrano essere elementi indissolubili a partire dagli albori della civiltà; e c’è un motivo anche per questo, un motivo squisitamente simbolico che li lega e che, essendo lì da tempi immemorabili, ci dice qualcosa di quello che si muove nell’anima più antica degli uomini.
Un breve accenno al significato del carnevale: i festeggiamenti improntati al sovvertimento dell’ordine costituito e delle regole sociali vanno a rappresentare, a livello culturale, il caos da cui è nata la civiltà, nel suo percorso dal disordine all’ordine. Questo particolare motivo lo si può ritrovare in tutte le civiltà, in tutte le cosmogonie c’è una qualche divinità che crea l’universo dal caos primordiale; ecco quindi che il carnevale non fa altro che riproporre questo motivo originario nelle diverse culture e nei diversi tempi. Ora, questo principio è valido anche a livello psicologico; la nostra personalità si “forma” partendo dall’informe, dal caos. In questo senso il carnevale è un po’ una rappresentazione della nostra origine, l’assenza di forma, di regole e di contenimento di alcun tipo.
Ma dopo il carnevale tutte le regole tornano, la normalità e la civiltà riprendono piede; e questo avviene anche dentro di noi, sempre ad un momento di confusione segue il ritorno dell’ordine, di un nuovo ordine che nasce dalla trasformazione di quello vecchio che è causata dal momentaneo caos; insomma, la personalità si rimette in discussione e cambia, si modifica.
Ed è qui che entra in ballo il concetto ed il significato della “maschera”; Jung prende a prestito dal latino il termine Persona (che appunto significa maschera, in genere la maschera dell’attore) per descrivere quella parte della nostra personalità che si fa carico di rappresentarci al mondo esterno. La Persona, la nostra maschera, è l’attitudine a mostrarci a seconda del contesto in cui ci troviamo; è quella “funzione psichica” che ci “trasforma” per esempio in campioni di romanticismo quando siamo col partner per poi “trasformarci” in persone serie ed autorevoli al lavoro. È grazie alla funzione “persona” che sappiamo mostrare al mondo diverse parti di noi, e di adeguarle alla situazione; in qualche modo tramite questo aspetto psichico potremmo riuscire a vivere completamente tutto ciò che abbiamo dentro ed a farlo senza prevaricare gli altri.
Ma come si lega tutto questo al caos carnevalesco?
Dunque, si può aggiungere che la nostra crescita parte da un disordine iniziale e che per crescere abbiamo tutti bisogno di decidere quello che vogliamo essere, spesso lo facciamo per adeguarci alle situazioni esterne, mettendo una maschera appunto, e questo ci permette di resistere agli urti della vita; questa funzione ci rende cioè più “duri” e “compatti”. Per fare un esempio un bambino piccolo non sa ancora bene chi è (una specie di piccolo caos), lo scoprirà nel tempo e quando crescerà potrà dire “io sono così e così…”, nel frattempo inizia a definirsi in base allo sguardo dei suoi genitori, in base alle loro aspettative; potremmo dire in base alle maschere che il padre o la madre gli fanno indossare quando ancora lui non ne ha una propria.
Questo vuol dire che la funzione psicologica che Jung chiama Persona è una maschera che ha, tra gli altri, lo scopo di far emergere dall’indifferenziato, nel tempo, quello che noi siamo veramente e di rappresentarlo; ed è così che si potrebbe spiegare il legame di maschera e carnevale nella coscienza collettiva: se il carnevale è il caos, la maschera rappresenta quel minimo di struttura che ci impedisce di sprofondarci dentro.
Ogni volta che esiste un disagio psicologico la personalità crolla di nuovo nel caos, nell’assenza di regole. Questa è una crisi che serve per mettere in discussione un vecchio adattamento alla vita quando non serve più e si rivela obsoleto, che ormai non ci rappresenta più; dalla crisi la struttura psichica rinasce dalle proprie ceneri come trasformata; come dire che nulla è cambiato ma contemporaneamente ogni cosa ha cambiato forma, ha cambiato cioè la maschera tramite la quale si manifesta e dalla quale è meglio rappresentata.
Il ritorno al caos non è qualcosa da biasimare, anzi è fondamentale per diventare persone nuove e più mature, per cambiare il modo in cui vediamo noi stessi ed in cui ci vedono gli altri.
La maschera però, oltre ad avere lo scopo di far emergere la nostra individualità ha anche una funzione difensiva.
Di solito in questi momenti di messa in discussione abbiamo più bisogno che mai di una maschera provvisoria che ci dia l’idea che non ci siamo “sfasciati” del tutto; abbiamo necessità di qualcosa che leghi la nostra personalità affinchè non rischi realmente di sprofondare in un caos da cui potrebbe non uscire; e questo è un altro significato della maschera. Spesso questa maschera provvisoria e difensiva è rigida, spesso essa stessa ha la forma della nevrosi, ma nonostante ciò è l’unica cosa che fa sentire di essere ancora una entità coesa.
Nel momento in cui si esce dallo stato di caos però la maschera cambia, diventa più flessibile, quasi camaleontica, e si presenta come uno degli elementi psichici che più di altri può aiutarci ad entrare in rapporto con il mondo (tanto interno a sè quanto esterno) senza che questo contatto crei problemi eccessivi; rappresenta quindi un fattore di adattamento sano.
Così, come la maschera ci accompagna dal caos di carnevale all’ordine, nello stesso modo, nel suo corrispettivo psicologico, ci accompagna dal caos della nevrosi all’ordine di una personalità armoniosa ed  equilibrata e ci aiuta a esprimere la parte più vera e profonda di noi.

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