lunedì 16 giugno 2014

Ad ogni musica la sua età. Perché amiamo tanto la musica e come cambiano i nostri gusti musicali nel tempo.

La musica ci fa provare emozioni, ci fa sognare, ci rappresenta, ci descrive agli altri, scandisce gli eventi importanti della nostra vita…volenti o nolenti è sempre presente nelle nostre giornate.
Ma avete mai provato a chiedervi perché la ascoltiamo tanto volentieri….in fin dei conti, a cosa ci serve ascoltare musica?
Oppure, avete notato se i vostri gusti musicali sono cambiati nel tempo?
Ognuno darà la sua personale risposta, ma alcuni studiosi hanno cercato di individuare delle motivazioni che fossero universalmente valide, che potessero far comprendere quale è il valore psicologico della musica. Secondo uno studio pubblicato sul British Journal of Psychology esistono sei principali motivazioni all’ascolto di musica:

-         Aiuta ad essere di buon umore: questa è la motivazione più importante, migliora il tono della giornata, rilassa, entra in risonanza con le emozioni che proviamo. Da uno studio del 2011 è risultato che l’ascolto di musica positiva dopo aver svolto male un compito ha permesso ai soggetti di mantenere una maggiore speranza di poter migliorare rispetto a chi non ha ascoltato musica subito dopo l’esperimento.
-         Serve come diversivo: in altre parole può riempire momenti vuoti o noiosi, ed è per questo che durante i viaggi, in particolar modo quelli lunghi o con attese, ci sentiamo persi senza le cuffiette!
-         Aiuta a gestire il cattivo umore: per esempio durante i momenti tristi la musica (in questo caso anch’essa triste) può permetterci di entrare in risonanza con la nostra emozione e in qualche modo ci aiuta a sentirci meno soli col dolore. Esistono comunque molti studi che dimostrano quanto l’ascolto di musica rilassante possa aiutare a diminuire il senso di ansia o panico o addirittura il dolore fisico.
-         Crea rapporti interpersonali: questa è la funzione principalmente sociale della musica, è presente in tutti i luoghi di socializzazione, scandisce i nostri incontri con gli altri….e spesso con il partner, pare infatti (secondo uno studio francese) che l’ascolto di musica romantica renda più probabile che l’altra persona sia propensa ad accettare di approfondire un rapporto, magari con un appuntamento a due.
-         Aiuta a definire la propria identità: ci si identifica con il genere musicale che si ascolta e, ancora di più, con gli idoli musicali che lo propongono; attraverso la musica comunichiamo agli altri (ma anche a noi stessi) chi siamo e cosa ci piace, a cosa sentiamo di appartenere e cosa rifiutiamo.
-         Infine sembra aiuti a conoscere il mondo: a seconda dei vari paesi abbiamo generi musicali differenti, legati all’identità etnica, ascoltare musica di altri continenti ci aiuta a capire (per lo stesso principio illustrato al punto precedente) come è il mondo fuori dalle mura di casa nostra. Inoltre non bisogna dimenticare che l’evoluzione degli stili musicali nel tempo, la maggiore presenza di uno rispetto agli altri, ci indica in qualche modo quello che potremmo definire lo “spirito del tempo”, ossia come si sta muovendo il mondo intorno a noi.

La musica quindi scandisce le nostre giornate, ci aiuta a migliorarle, ma scandisce in questo modo anche tutto l’arco della nostra vita; e mano a mano che si avanza con l’età i gusti sembrano cambiare, almeno a detta di uno studio del 2013 pubblicato sul Journal of Personality and Social Psychology. I ricercatori hanno diviso i generi musicali in 5 categorie;
-Dolce
-Senza pretese
- Sofisticato
- Contemporaneo
- Intenso,
e individuato le preferenze in base all’età degli ascoltatori.
Durante l’adolescenza, quando l’ascolto di musica appare in genere maggiore, sembra prevalere la musica “intensa”. In questa fase della vita la cosa più importante è l’indipendenza e la formazione della propria individualità, l’ascolto di musica “forte”, aggressiva, che usi suoni distorti, ha una connotazione di ribellione che è estremamente importante per definire la differenza dai propri genitori e dalla famiglia di appartenenza.
Arrivati all’età adulta la preferenza per l’intenso lascia il campo alla musica “dolce” caratterizzata da suoni più soft, ed alla musica “contemporanea” o elettronica, che indicano un maggiore bisogno di accettazione sociale. In effetti questa è la fase della vita durante la quale si ricerca la stabilità (sociale ed emotiva), un partner, e queste forme musicali sono quelle che caratterizzano i luoghi di socializzazione oppure che favoriscono un rapporto di maggiore intimità con l’altro.
Con la mezza età inizia l’epoca delle sonorità più “sofisticate” e ricercate (maggiore interesse per generi di nicchia come il jazz o la musica classica) oppure della musica “senza pretese”; sono generi visti come rilassanti, i primi esprimono maggiormente lo status o la cultura mentre i secondi riflettono l’esperienza della famiglia, parlano dei sentimenti che tutti possiamo provare.

Questo è quanto dicono gli studiosi, e voi, vi ritrovate in queste descrizioni??