venerdì 16 novembre 2012

Piccoli bambini per grandi bugie: come reagire di fronte alle bugie dei piccoli


 Un bambino all’età di 2/3 anni è capace di dire davvero delle grandi fandonie; può incolpare di un suo misfatto il fratellino o la sorellina appena nati (e che ancora non sanno neanche camminare) o il cane (che però magari non entra mai in casa), può dire con la massima sicurezza di aver visto un coccodrillo al supermercato…..ma sono bugie innocue, trasparenti, un gioco con la fantasia. A partire dai 6 anni le cose cambiano, cambia il bambino e cambiano le sue bugie, proprio come lui diventano più furbe, e anche più intenzionali; intorno a questa età si comincia a distinguere più chiaramente il vero dal falso, ed a riconoscerli, e quindi solo a partire da qui si può parlare davvero di bugie nell’accezione che intende un adulto. La principale differenza è che ora sa di mentire mentre prima era lui stesso il primo a credere alle sue “assurdità” ed a stupirsi che gli altri non lo facevano; questo perchè la differenza tra realtà e fantasia era meno chiara, se negavano di aver fatto un danno è perchè desideravano davvero non averlo fatto, e pensavano che negandolo avrebbero potuto in qualche modo modificare il passato. Quando crescono iniziano a rendersi conto che non è più sufficiente negare ciò che è accaduto per trasformarlo; nonostante questo però possono continuare a farlo e se la cosa assume una rilevanza “massiccia” diventa un problema.
Un esempio può essere quello dell’accusare altri per ciò che lui ha fatto; come già detto fino ad una certa età è naturale, in questo modo il bambino si libera del “bambino cattivo” che c’è dentro di lui. Comunque nel tempo inizia a conoscere ed accettare anche questa parte “negativa” di sè e piano piano ad assumersi le sue piccole responsabilità, tutto questo perchè inizia a sentirsi più sicuro di sè, e ad acquisire maggiore fiducia nelle sue capacità, tra cui, appunto, quella di sopportare eventuali giuste punizioni e la capacità di ridimensionare le sue colpe, che fino ad ora poteva apparirgli enormi anche se erano bazzeccole agli occhi degli adulti.
Se questo comportamento continua (in maniera esagerata) indica che il bambino non riesce ad accettarsi, che ha paura della sua cattiveria e che non riesce a gestirla, che è troppo intransigente con se stesso; questo atteggiamento può comunque essere risultato di uno stile educativo troppo intransigente a sua volta; se per esempio il bambino viene giudicato troppo severamente la bugia si trasforma in una difesa dalla paura di deludere mamma e papa…fissandosi stabilmente nel comportamento. Inoltre può portarlo all’abitudine di dare la colpa agli altri, cosa che risulterà controproducente anche alla sua socializzazione visto che per salvare se stesso finisce per “colpire” gli altri.
In questi casi è importante non essere troppo duri e severi nel giudicare le bugie, gli vanno fatte notare senza infierire, facendogli capire che non è la fine del mondo ma anche che non è giusto incolpare altri per i propri errori. Gli si può chiedere qualche spiegazione per il suo comportamento lasciandogli però qualche “via di fuga”, magari accettando qualcuna delle sue giustificazioni. Così facendo lo si aiuta a ristrutturare la stima in se stesso che probabilmente è venuta a mancare.
Comunque anche dopo i 6/7 anni i bambini possono continuare a dire bugie per cercare di modificare la realtà tramite il cosiddetto “pensiero magico”; non si limitano a fantasticare ma trasformano i loro desideri in racconto, per esempio tendono ad esagerare qualche loro impresa o le condizioni socio-economiche della famiglia; in genere enfatizzano elementi di verità. Il motivo di questa megalomania è che il bimbo cerca di contrastare il suo essere “piccolo” usando il senso di onnipotenza. Fino a qui tutto normale, ma sulla scia della fantasticheria e dell’onnipotenza può anche emergere un forte bisogno di autoconsolazione dal sentirsi poco amati o poco apprezzati. A volte infatti questo tipo di bugie può segnalare uno stato di disagio che viene appunto trasformato in fantasia, per esempio raccontare di aver passato delle fantastiche feste in famiglia mentre magari nella realtà I genitori stanno separandosi, oppure di aver avuto un bellissimo voto a scuola quando invece è vero il contrario. In questo caso per il bambino è difficile sopportare la frustrazione ed il dolore, che spesso sono davvero troppo per lui, e così facendo prova a negarli e spera che raccontando cose belle queste potranno davvero realizzarsi.
Anche in questo caso non serve riprendere duramente il bambino, anzi è necessario comprenderlo ed aiutarlo a capire che non è possibile cambiare la realtà di punto in bianco in modo “magico” ma che serve tempo per farlo; l’attenzione va  posta non tanto sulla bugia quanto sul tentativo di accettare le sofferenze del bambino, il suo possibile senso di inferiorità o le sue paure.
Comunque al di là di queste particolari situazioni per evitare un eccesso di bugie è importante che i genitori siano esempio di sincerità.
Per esempio se chiede di cose che non può ancora sapere è sufficiente dirgli chiaramente che non sono cose che devono interessarlo piuttosto che raccontargli una falsa verità. Inoltre è importante mantenere le promesse; in caso contrario il bambino si sente ingannato, quindi è meglio essere il più chiari possibile piuttosto che trovarsi poi a non mantenere ciò che si è promesso.
Inoltre i bambini possono perdere fiducia nel genitore anche quando non mente direttamente a loro ma ad altri, magari coinvolgendoli nella bugie (per esempio farsi negare al telefono!). E’ ovvio che non si può essere sempre sinceri neanche (e soprattutto) tra adulti, però in questi casi è meglio ammettere che anche gli adulti mentono oppure che a volte alcune bugie possono essere necessarie, per esempio per non far soffrire gli altri o per non complicare i rapporti, magari non tanto “falsando” ma “ammorbidendo” la verità.
Per evitare che la bugia si stabilizzi come forma di difesa è necessario non dimostrarsi troppo intransigenti. Anzi, c’è da dire che la bugia è anche segno di autonomizzazione del bambino, per esempio a partire dai 5/6 anni iniziano i primi segreti, a volte protetti proprio da qualche bugia, che però indicano che è avvenuta una separazione e che il bambino ha strutturato la propria individualità ed il proprio mondo interno e privato.
Infine è importante evitare le confessioni a tutti i costi, sono dolorose per i bambini e li fanno sentire esposti ed indifesi; se la bugia non viene ammessa in nessun modo meglio non insistere troppo, se i motivi per cui non deve dirle gli sono chiari il bambino non esagererà più.
Comunque bisogna ricordare che  tutti i bambini mentono, è inutile farne un dramma anzi ci sarebbe da preoccuparsi del contrario; per dire una bugia, infatti, è necessario riuscire a comprendere come l’altra persona pensa, quali cose si aspetta, quali sono le sue opinioni, altrimenti si verrebbe scoperti facilmente; in questo senso la capacità di mentire in maniera più “sottile” ci fa capire che il bambino è ora capace di comprendere gli altri e di mettersi nei loro panni, consapevolezza fondamentale per costruire le sue future relazioni.


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